Le medaglie a croce celebrative delle diverse Armate operanti nel primo conflitto mondiale, sono delle decorazioni particolarmente significative e rappresentative delle forze armate che si sacrificarono dal 1915 al 1918 sui diversi fronti al fine di difendere l’Unità nazionale e combattere il nemico. Per lo più tutte queste medaglie non sono ufficiali ma prodotte per iniziativa privata nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra, e rivolte a tutti coloro che operarano e militarono nel Regio Esercito nelle rispettive armate durante la Prima guerra mondiale.
La Croce commemorativa della 1ª Armata emessa nel 1924, fu pubblicizzata sulla Domenica del Corriere, i proventi della vendita erano destinati al “Comitato Regionale Piemontese Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra”. La medaglia era costituita da una croce greca a braccia smaltate di bianco e bordate d’oro, terminanti ciascuna con una corona ferrea d’oro. All’incontro delle braccia si trovava un quadratro smaltato di rosso sul quale si trovava rappresentato un capriolo in oro su una cima montuosa. Sulle braccia orizzontali della croce, in oro, stavano incise le parole “PRIMA ARMATA”.
Il nastro era verde con una striscia gialla e una blu per parte.
La Croce commemorativa della 2ª Armata era invece caratterizzata da una croce con sal centro la scritta II° Armata e malto rosso nel fronte e con alle estremità il mitico elmetto Adrian, simbolo della prima guerra mondiale.
Sul retro riporta la scritta “et facere et pati fortia romanvn est”, ma se ne produssero diverse varianti negli anni venti anche con diversa iscrizione sul retro “guerra 1915-1918″. Prodotto sia dalla ditta Fassino che dallo stabiliemento Fiorentino. Il nastro è a righe alternata rosso giallo e blu.
La Croce commemorativa della 3ª Armata fu distribuita nel 1919, subito dopo la fine del conflitto, per iniziativa del comandante dell’Armata, Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, in onore del quale la croce riporta una corona ducale ed il nastro ha il colore blu savoia al centro.
Fu l’unica ad avere un carattere semi-ufficiale e ad essere considerata quasi una decorazione al merito piuttosto che una medaglia commemorativa, pur restando un oggetto ricordo privato, che non veniva annotato nello Stato di servizio. Nei primissimi anni del dopoguerra il suo uso sull’uniforme, pur essendo assolutamente contrario al regolamento, fu in qualche modo tollerato e rimase generalizzato nei medaglieri dei reduci. Inizialmente prodotta in vari metalli dalla ditta Fassino di Torino, è stata poi riconiata da altre ditte, come la Johnson di Milano, in una serie di varianti diverse, per lo più prive del marchio di fabbrica e persino con lo smalto di un colore diverso dal bianco.
La medaglia era costituita da una croce greca, alta 50 millimetri e larga 34, sormontata da una corona ducale, con i bracci smaltati di bianco e bordati d’argento e la scritta “TERZA” “ARMATA” sui bracci orizzontali; al centro in un riquadro è rappresentato il leone di San Marco in rilievo, a ricordo della difesa di Venezia dalla fine del 1917 fino al termine della guerra. Sul verso, liscio e senza smalti, vi è la scritta “A ricordo e riconoscenza” in rilievo sui bracci orizzontali; il marchio di fabbrica è sul braccio inferiore.[1]
Il nastro è blu savoia al centro con due tricolori ai lati (rosso all’esterno).
La Croce commemorativa della 4ª Armata era costituita da una croce greca a braccia smaltate di bianco e bordate d’oro, terminanti ciascuna con una corona reale d’oro. All’incontro delle braccia si trovava un quadratro smaltato di blu sul quale si trovavano rappresentate tre cime di montagna in oro. Sulle braccia orizzontali della croce, in oro, stavano incise le parole “QUARTA” “ARMATA”.
Il nastro era costituito dal tricolore italiano sul quale nelle mostrine da petto poteva trovarsi una corona reale in oro e smalti sul cui bordo blu stava incisa in oro la scritta “IV ARM.”.
Croce Commemorativa del VI Corpo d’Armata – celebra la Presa di Gorizia, coniata nel 1924 su iniziativa privata dalla ditta Johnson di Milano, per i militari del VI Corpo d’Armata, vincitori della sesta battaglia dell’Isonzo, che aveva portato alla conquista di Gorizia l’8 agosto 1916, durante la Prima guerra mondiale. Per questo motivo viene ricordata anche come croce degli Altipiani.
La medaglia, in bronzo, è costituita da una croce greca a braccia squadrate di 35 x 35 mm con al centro un grande medaglione circolare: sul rectoal centro è riprodotto il sigillo del Comune di Gorizia, risalente al 1307, che raffigura il castello con le alte torri e le case del borgo cinte da mura, sulla sinistra è visibile l’arma dei conti di Gorizia col leone rampante e le bande orizzontali a simboleggiare i feudi aquileiesi; sulle braccia orizzontali è presente la scritta “GOR” “IZIA” e su quelle verticali la data della presa della città: “8 VIII” (8 agosto) e “MCMXVI” (1916);sul versonel un medaglione circolare, in rilievo i versi “FU COME L’ALA CHE NON LASCIA IMPRONTE – IL PRIMO GRIDO AVEA GIA’ PRESO IL MONTE”, scritti da Gabriele D’Annunzio per esaltare la conquista del Monte Sabotino, potente baluardo del campo trincerato di Gorizia che, dopo aver resistito a continui assalti fin dall’inizio del conflitto, era stato espugnato delle armi italiane in soli quaranta minuti, durante la sesta battaglia dell’Isonzo, che aprì la strada verso Gorizia.
Il nastro è bipartito, metà di colore bianco e metà di colore azzurro.
La Croce commemorativa della 7ª Armata era costituita da una croce greca a braccia squadrate in bronzo smaltata di blu, avente al centro un grande medaglione bronzeo circolare riportante un’aquila con le ali spiegate appolaiata su uno sperone di roccia che guarda una città. Sul retro la medaglia non era smaltata e riportava in rilievo la scritta “VII ARMATA” in un medaglione circolare attorniato da una corona d’alloro in rilievo.
Il nastro era costituito da fasce colorate alternate, sei blu e cinque verdi.